mercoledì 26 gennaio 2011

Il "Bacio" di Luisa Spagnoli

Nata da Pasquale Sargentini, pescivendolo, e da Maria Conti, casalinga, poco più che ventunenne sposa Annibale Spagnoli. I due rilevano una drogheria e, subito dopo, cominciano a produrre confetti.

Nel 1907, insieme a Francesco Buitoni, aprono una piccola azienda con sede nel centro storico di Perugia, la Perugina, con quindici dipendenti. Con lo scoppio del primo conflitto mondiale a mandar avanti la fabbrica rimane solo la signora Spagnoli con i suoi due figli, Mario e Aldo. A guerra finita la Perugina è già una fabbrica con più di cento dipendenti.
Nel 1923 Annibale Spagnoli si ritira dall'azienda per attriti interni. Si data qui l'inizio della storia d’amore tra Luisa e Giovanni Buitoni, di 14 anni più giovane e figlio del socio Francesco. Pochissime le testimonianze e i ricordi delle persone più vicine alla coppia che parlano di un legame profondo ma riservato: i due non andranno mai a vivere insieme.[senza fonte] Per Luisa, ormai nel consiglio di amministrazione della Perugina, inizia anche l'impegno per la costruzione di strutture sociali che migliorino la vita dei dipendenti. Fonda l'asilo nido dello stabilimento di Fontivegge (considerato il più avanzato d'Europa nel settore dolciario).
Inventa il famoso cioccolatino chiamato "Bacio Perugina".

L'Angora Luisa Spagnoli.
Alla fine della prima guerra si lancia anche in una nuova impresa: l'allevamento del pollame e dei conigli d'angora. I conigli non vengono uccisi e neanche tosati, ma amorevolmente pettinati per ricavare la lana d'angora per i filati. Nasce nel sobborgo di Santa Lucia l'Angora Spagnoli [1] per le creazioni di scialli, boleri e indumenti alla moda. La segnalazione alla Fiera di Milano come "ottimi prodotti" spingono Luisa a moltiplicare gli sforzi: sono 8.000 gli allevatori che mandano a Perugia per posta il pelo pettinato via da almeno duecentocinquantamila conigli.
Negli anni ’40, in un periodo in cui molti soffrono la fame e i freddo, gli Spagnoli regalavano ai loro operai per Natale maglie, calze e lana per un valore di 4.000 lire, una fortuna per quei tempi. Lo stabilimento di Santa Lucia aveva una piscina per i dipendenti. Si costruiscono ai dipendenti casette a schiera (tutt'ora esistenti), si organizzano nursery per i figli, si promuovono balli, partite di calcio, gare, feste.


Il negozio di Luisa Spagnoli.
Luisa non riuscirà a vedere il vero decollo dell'azienda che inizierà circa quattro anni dopo sotto la guida del figlio Mario. Le viene diagnosticato un tumore alla gola. Giovanni Buitoni la trasferisce a Parigi per garantirle le migliori cure e rimane con lei fino alla sua morte nel 1935.

La fase industriale e i negozi Luisa Spagnoli.
Dopo la sua morte, con il figlio Mario (1900-1977) nel 1937, l'azienda voluta da Luisa passa da attività artigianale a industriale. A lui si deve l'invenzione, nel 1942 di due oggetti brevettati: un pettine per la raccolta della lana e una pinza per tatuare i conigli d'angora.
Mario costruì, nel 1947, il nuovo stabilimento della "Città dell’angora", attorno a cui nacque una comunità autosufficiente, in cui la parte assistenziale e ricreativa era fase del ciclo produttivo. Fondò inoltre anni sessanta il parco giochi della "Città della Domenica", originariamente chiamato "Spagnolia" e ancor oggi meta di visitatori.
Con il figlio Annibale, detto Lino (1927-1986), imprenditore e presidente del Perugia Calcio, la produzione si diversifica maggiormente e nasce la rete commerciale dei negozi "Luisa Spagnoli", oggi presente in tutto il mondo, sempre con base a Perugia.

(fonte wikipedia)

domenica 16 gennaio 2011

Slow Money




Un iniziativa di investimenti low profit a beneficio delle comunità locali. Rallentare il denaro per produrre ortaggi al posto di interessi, a vantaggio di un'agricoltura biologica e sostenibile
Slow Money è una organizzazione no profit, che mira ad attirare investimenti a favore dell'agricoltura sostenibile e delle piccole imprese alimentari locali. È stata fondata nel 1992 da Woody Tasch, presidente dell'Investors' Circle, una rete no profit di investitori, imprenditori, fondazioni e risparmiatori che ha facilitato la riconversione del flusso di denaro e dei fondi investiti verso piccole imprese sostenibili dedicate all’agricoltura biologica.

Per la sua azione di promozione nei confronti delle comunità locali è tra le finaliste nella competizione statunitense 'Ideas for Change in America', organizzata da change.org, una compagnia di imprenditorialità sociale creata nel 2005 con l’obiettivo di risvegliare le coscienze su diverse cause.

Il principio di base è quello del low profit: meno profitti per gli azionisti in cambio di enormi benefici per l'intera comunità, secondo un modello ribattezzato “stakeholder capitalism”, cioè capitalismo collettivo. «Rallentare il denaro" – precisa Tasch - significa anche creare una rete tra le diverse comunità locali, come il modello di Investors' Circle che ha messo in contatto molte realtà nel mondo, in Giappone, Australia, Inghilterra, Francia, Italia e tanti altri ancora».

«Con un investimento di appena l’1% del nostro capitale in cibo locale piuttosto che in operazioni finanziarie – sottolinea un portavoce dell’organizzazione - produrremo ortaggi al posto di interessi, modificando il modello produttivo rivolto unicamente al profitto dei banchieri e sostenendo piuttosto un’agricoltura biologica e sostenibile».

Per ulteriori informazioni:
www.slowmoneyalliance.org